ANIMAZIONE STEREOMETRICA COMPUTERIZZATA IN 3D:

Opera di Video-Art a visione tridimensionale stereoscopica/stereometrica, una tridimensionalità che è possibile cogliere con speciali occhiali a lenti polarizzate fornite dall'autore. Questa tecnica di visione in 3D (la autostereometria con ausilio di lenti polarizzate) è stata sviluppata da Giosuè Marongiu nel 1990 anche con il contributo scientifico del CRS4 di Cagliari. Con tali occhiali è possibile visualizzare tridimensionalmente gran parte della produzione artistica di Giosuè Marongiu ( video e frames). Questa nuova opera video, sempre in 3D, "L'Ordine Implicito"  è stata realizzata da Giosuè Marongiu il 13 Novembre del 2009, e presentata per la prima volta in occasione dell'evento tenutosi a Cagliari "Sound Surroundung". E' ora è in visione al Museo Minimo di Napoli dal 2 marzo al 2 aprile 2010 inserita nell'evento "Artbahnkreuz 2". Dopo l'esperienza delle sue più recenti Opere Cineplastiche "Movimento relativo nei confronti di uno stato di quiete apparente" presentate in occasione della ultima Biennale di Venezia 2009 (WORLD PAVILION "Inside Outside"), Giosuè Marongiu intende, con questo nuovo video, ricollegarsi a quell'esperienza passata del 1999, nella quale, in occasione della esposizione "Verifica 8+1=20", nella Galleria Contemporaneo del Comune di Venezia, presentava la sua Opera video "The Speculum's Factory" anch'essa animazione computerizzata in ambiente 3D, per scandagliare in maniera più dettagliata, anche con il contributo delle esperienze artistiche fino ad ora maturate, i suoi Universi tridimensionali; regolati dalle leggi: della Fisica Quantistica, con l'intento di dar vita e corpo ai suoi "...improbabili mondi".

 
 

LE OPERE A VISIONE TRIDIMENSIONALE STEREOMETRICA
 

Nel 1990, con l’avvio della mia ricerca sulle immagini speculari (produzione Speculum), mi sono addentrato sull’aspetto gestaltico delle forme e dei colori, legato allo studio dei processi percettivi, nel modo in cui viene percepita la realtà invece di come essa sia realmente. La ricerca di una dinamicità intrinseca a queste visioni, non essendo ancora nate quelle che furono poi le mie “Animated paintings”, mi condusse inevitabilmente a quel complesso mondo delle “Stereoscopie”, scoperto da  sir Charles Wheatstone nel 1832, immagini a visione binoculare che avevano molto interessato, già nel 1500, anche artisti come Leonardo Da Vinci. Questa peculiare ricerca tratta la possibilità di vedere attraverso delle immagini bidimensionali, un’immagine tridimensionale. Di questo campo  assai vasto, fanno parte diverse varianti di applicazioni, sia ad immagini statiche che applicate al cinema, alcuni films da ricordare sono: la celebre locomotiva dei Fratelli Lumiére,piuttosto che “Il mostro della laguna nera” del 1954, o ancora più vicino ai nostri giorni, nel 1973 “Lo squalo” di Stiven Spilberg, tutti films visibili con ausilio di lenti per la visione stereoscopica; tra le ultime tecnologie del 1986 la “IMAX 3-D”, che utilizza tutte le diverse tecniche disponibili: Anaglifo, lenti polarizzate e occhiali LCD. Alla fine degli anni ’80 nascevano un nuovo tipo di stereoscopie, che si avvicinavano notevolmente a quelle che erano le esigenze  delle mie immagini computerizzate: gli “Autostereogrammi”, comunemente conosciuti come “Stereogrammi”,( Auto in quanto non utilizzavano alcun supporto tecnologico come occhiali, ma si avvalevano di una particolare tecnica di visione): Un’illusione ottica atta a creare una immagine tridimensionale da una immagine piana bidimensionale, creando l’illusione di profondità con una particolare tecnica: concentrando la visione in un unico punto e mettendo a fuoco, o oltre l’immagine (divergenza) o davanti all’immagine (convergenza). La costruzione di queste immagini sono create con alcuni programmi del computer, unendo una texture a una singola immagine digitale tridimensionale (a differenza della stereoscopia tradizionale che utilizza due immagini singole affiancate). Quel tipo di immagini erano costruite con una sequenza di variazioni di grigio definite da una “depht map” comunemente detta “mappa di profondità” o “mappa delle altezze”. Nelle mie stereometrie invece, le costruzioni geometriche (Speculometrie), non nascondevano nessuna immagine tridimensionale, ma esprimevano questa tridimensionalità illusoria, attraverso le discrepanze  delle alternanze verticali disposte sull’asse visivo orizzontale. Chiaramente la  rigidità geometrica di tali architetture,  induceva ad una visione tridimensionale molto debole, in una scala da 1 a 3, del 3° tipo, e in taluni casi, al massimo del 2° tipo, visione stereometrica sostenuta soprattutto da una differenza cromatica degli elementi. La visione di queste immagini, avveniva come già detto, ad occhio nudo, in maniera  completamente analogica, come è la “Libera visione stereoscopica”. Questa tecnica di visione non poche difficoltà creava però in sede espositiva delle mie opere, anche perché non tutti erano in grado di applicarla con una certa disinvoltura. Nel 1990 la tecnologia mi venne in soccorso: << invitato da un ricercatore del “CRS4” di Cagliari, mi furono donati quale contributo alla mia ricerca, un paio di occhialini per la visione stereoscopica a lenti polarizzate ( completamente trasparenti), appena arrivati presso il Centro quale prototipo sperimentale, denominati “ChromaDepth 3-D”; azienda produttrice. Con questo nuovo supporto visivo, avevo finalmente: sia la possibilità di agevolare la visione dei visitatori, che poter costruire i miei nuovi lavori con una percentuale di errore  quasi inesistente, restando più fedele al mio concetto iniziale>>. Questa mia ricerca stereometrica, che collateralmente va avanti da diversi anni, va vista però non come una ricerca autonoma dominante, ma quale supporto tecnologico  atto a trasportare, per quanto riguarda i frames statici metarazionali, in un inedito e occulto ambiente dinamico tridimensionale, riconducendoli a quella che era la loro dimensione  più “naturale”, quella delle animazioni computerizzate; riuscendo peraltro a sortire un effetto stereometrico del 1° tipo. Inoltre, per quanto riguarda la visione delle “Animazioni Metarazionali”, comprese le  ultime mie “Opere Cineplastiche”, si ha avuto modo di sperimentare la grande efficacia in questo caso raggiunta, anch’esse stereometrie del 1° tipo, in grado di rappresentare fortemente l’ambiente tridimensionale cosmico  animato che ci circonda, molto vicino ai nostri sensi percettivi legati allo spazio/tempo.

Si consiglia la visione con questi particolari occhiali, qualora se ne fosse in possesso, del mio sito web www.giosuemarongiu.it , di modo da poter osservare, nei vari anni di ricerca artistica pubblicati, i diversi risultati raggiunti dei tre livelli di percezione stereometrica tridimensionale, già dal 1989, anno della nascita delle ultime  “wunderkamere” fino alle più recenti ricerche artistiche che mi riguardano, comprese quelle future.

Detti occhiali sono da me forniti a corredo delle mie opere.

Giosuè Marongiu
Maracalagonis 13 luglio 2009